Questi primi mesi di paternità ci hanno insegnato quanto lavoro ci sia ancora da fare per liberare la figura paterna da una serie di stereotipi che ci vede ancora incapaci di adempiere alle piccole mansioni quotidiane nella gestione di un neonato. La verità però è che ci sono papà, che non solo sanno gestire la routine di un neonato, ma sanno anche scegliere quello che è meglio per loro.
Sfoghiamoci con questa panoramica ironica su alcuni stereotipi duri a morire.
Ma riesci a gestire il pupo da solo?
No. Infatti chiamo sempre l’intera troupe di SOS Tata e ho centocinquantasette post-it attaccati al frigorifero. Non si sa mai che mi scordi di controllare la temperatura del latte prima della poppata. Mi sono trasferito nello stesso complesso del pediatra e condivido l’appartamento con una puericultrice. Siamo seri. Non è che tutti gli uomini pensano che il trio sia un’ammucchiata e che la morfologica sia un esame di lettere. Lasciateci fare!
Aspettiamo la mamma? Chiediamo alla mamma? È d’accordo la mamma? Dov’è la mamma?
Succede che qualsiasi situazione pupocentrica, debba essere avallata, presenziata, sottoscritta e supervisionata dal genitore donna. Dal pediatra, all’asilo, in farmacia, al parco giochi, pure al centro commerciale per comprare una tutina è gentilmente richiesta una dichiarazione certificata con cessione di responsabilità decisionale al padre, tralasciando il fatto che ci sono uomini che hanno un eccellente gusto in tema pupo-outfit. Ma è mai possibile che non possiamo adempiere alle piccole azioni quotidiane senza sentirci un supplente ad interim?
Finita la pacchia eh…
Come se noi uomini passassimo il tempo a bere ettolitri di birra e a rifocillarci con shottini di vodka H24. Come se trascorressimo tutti i pomeriggi allo stadio e le sere a far baldoria nei peggiori bar di Caracas. Come se il nostro sport preferito fosse il declino delle responsabilità che schiviamo come buche nel centro storico di Roma. Per chi se lo è scelto così e non vuole cambiare, rimandatelo al mittente in scatola chiusa senza ricevuta di ritorno.
In che senso stai a casa con il bambino. Hai lasciato il lavoro?
Ok che non viviamo nel paese dei balocchi in quanto ad equità genitoriale. Ok che l’uomo sta al lavoro come le pentole stanno a Giorgio Mastrota. Ma occuparsi del pupo a tempo pieno non significa essersi licenziati. Si può anche scegliere di rimanere a casa e usufruire del congedo parentale, ovviamente condizioni economiche permettendo. E non per questo dovete chiamarci Mammi o considerarci poco ambiziosi.
Si vede che l’hai vestito tu…
No perché è risaputo che tutti i papà hanno la badante per vestirsi perché fanno fatica a distinguere un calzino di spugna da un filo di scozia. Real Time ha in programma di lanciare il nuovo programma “Ma come Mi vesti, papà” per screditare il nostro stile confusionario e sbadato. Sfatiamolo sto mito che per vestire i nostri pupi li lanciamo nel guardaroba di Formigoni o ci divertiamo a farli uscire in pigiama. Oh, se poi non potete fare a meno di flanella e vigogna, io un salto da Enzo e Carla lo farei, giusto per un paio di dritte.
Ma che bravo. Cambi pure il pannolino!
Guarda che facciamo anche da mangiare, carichiamo la lavastoviglie e sappiamo distinguere il programma delicati dai colorati. Ora il problema qui non è il complimento o la nomination ingiustificata a Genitore dell’Anno per il cambio di pannolino, manco lo avessimo cucito a mano. Il fatto è che appena un Sapiens diventa padre, automaticamente regredisce ad australopiteco. Sembra che gli unici momenti in cui sappiamo usare il cervello è per mettere l’11 in campo al Fantacalcio o per risolvere gli enigmi di Assassin’s Creed. Guardate che riusciamo a chiuderle due linguette adesive e senza tutorial o aiuto del pubblico.
E vi dirò di più.
Non solo riusciamo a cambiare un pannolino in meno di 30 minuti, abbiamo anche la capacità di scegliere ciò che è meglio per i nostri figli. A tal proposito oggi voglio parlarvi dei prodotti Lillydoo, che ultimamente stiamo provando per i nostri gemelli, e ci stiamo trovando #daDio.
Questa azienda tedesca ci ha da subito convinto innanzitutto perché si relaziona a mamme e papà allo stesso modo: responsabilità genitoriale significa anche divisione equa delle mansioni domestiche che comprendono la cura dei nostri figli. Inoltre realizza prodotti di altissima qualità, privi di gran parte delle sostanze nocive in circolazione e le fantasie dei pannolini sono oggettivamente fichissime.
Perché li consigliamo?
Rispettano la pelle dei nostri pupetti e prevengono gli arrossamenti. Non contengono profumi, parabeni, emulsionanti e tutte quelle altre sostanze poco simpatiche e aggressive. Certificazioni OEKO-TEX STANDARD 100 ne hanno ampiamente verificato la veridicità. Mica lo diciamo noi!
E poi, si possono comodamente ordinare da casa e con abbonamento personalizzabile. Quante volte non abbiamo il tempo di andare al super o ci accorgiamo troppo tardi che la scorta pannolini si sta esaurendo? Con Lillydoo, problema risolto! Oh, se poi non vi hanno convinto fino in fondo, potete annullarlo in qualsiasi momento e senza costi.
E dato che anche l’occhio vuole la sua parte, vogliamo parlare delle fantasie? Vedere per credere! E siccome questi signori fanno le cose per bene, se ordini il pacchetto prova, paghi solo le spese di spedizione. Serve altro per convincervi a provarli?
Qui il link per ordinarli! Più Lillydoo per tutti!
PPs.