Diventare genitori sappiamo essere una scelta non da tutti. Ma in un Paese che ha istituito il Fertility Day manco fossimo vacche/tori da riproduzione e dove chi sceglie di non aver figli (o di averne con l’aiuto di mamma scienza) viene tacciato di inguaribile egoismo, capite bene quanto pericoloso possa essere l’incontro tra l’inesperto bipede senza prole e l’ipersensibile bipede figlio-munito, senza delle precise regole di ingaggio.
Perché è proprio lì, tra la voglia di dimostrare un interesse esagerato (giusto per non passare da #bruttostronzoinsensibile), l’eccessiva curiosità dettata dall’antitetica visione della vita (ma chi te lo ha fatto fare) e le affermazioni pre-confezionate, utili solo a riempire un vuoto di interessi comuni, che la figura di merda è pronta a manifestarsi, più puntuale di un brufolo al primo appuntamento.
Insomma per farla breve, eccovi un piccolo vademecum su cosa NON FARE e NON CHIEDERE nell’approccio con i neo-genitori.
1) Chiedete prima di tutto come si chiama.
Non azzardate congetture sul sesso del pupo, basandovi esclusivamente sul loro aspetto o sul fatto che indossino una tutina azzurro cielo, rosa antico o giallo zabaione. Inaugurare la conversazione con “che bella bambinA” o “ma è dolcissimO” potrebbe rivelarsi un errore fatale. Se non siete alla ricerca di un epic fail, ma soprattutto se volete evitare lo sguardo inferocito del genitore di turno tale da far impallidire tutte le tigri del circo De Togni, cercate un approccio interlocutorio che vi permetterà di continuare la conversazione coniugando il genere di aggettivi e sostantivi in modo appropriato.
2) Ti somiglia un casino.
Siete le tipiche persone in cerca di una pseudo similitudine tra Brunetta e l’Homo Sapiens? Siete di quelli che compravano il Telesette solo per sbirciare la rubrica Separati alla Nascita? Pensare di ingraziarsi il neo-genitore con un “Ti somiglia tantissimo”, può non rivelarsi la strategia vincente. Della serie:
- Ma il naso è quello tuo (ma spero proprio di NO, considerando che da piccolo mi chiamavano Cirano De Bergerac);
- Ha il tuo stesso sorriso (si certo, dopo 7 anni di apparecchio mobile e 15 di cuffietta alla Ugly Betty);
- Ha i tuoi stessi zigomi (beh il mio chirurgo ha fatto un buon lavoro).
Oltre ai suddetti esempi, tratti da storie vere o comunque non del tutto inventate, avete mai pensato che il pupo potrebbe essere stato adottato? Avete mai immaginato ad una inseminazione eterologa? Avete mai ipotizzato ad una famiglia di seconda costituzione? Evitate facili associazioni solo per rompere il ghiaccio della conversazione!
3) Non fate allusioni su peso, età e altezza!
Immagino non siate entusiasti quando qualcuno che non sia il dietista, medico di base o personal trainer vi dice che il vostro indice di grasso corporeo è di gran lunga superiore alla vostra altezza. Per la proprietà transitiva, di seguito un paio di cose che vi esortiamo a NON dire:
- Che carini questi rotolini attorno alle ginocchia (se dicessimo lo stesso della tua girovita);
- Piccolino, quanti mesi ha? (in realtà ha già 3 anni);
- Che belle guanciotte, si vede che ha appena mangiato (si giusto 7 ore fa).
Le para del neo-genitore spaziano dal “non mi mangia niente”, a “si mangia pure i tavoli delle sedie e non sono come fermarlo”. Non vi stiamo a tediare con il vizio capitale della doppia pesata, né con i calcoli del percentile. Fidatevi di noi e desistete dal commentare teneri strati adiposi o dal postillare le pupodimensioni.
4) Evitate domande sul futuro.
Quando torni a lavorare? Se questa non è istigazione all’aggressione verbale a parolaccia armata, allora vi meritate Barbara D’Uso come ministro dei Beni Culturali e Gianni Morandi giudice di XFactor. A meno che non siate amici per la pelle e/o abbiate condiviso lo stesso piatto per intere stagioni universitarie, DIVIETO ASSOLUTO DI DOMANDE SUL FUTURO. I neo-genitori vivono in una bolla dove il qui e ora è l’unica unità di misura accettata. E’ appena arrivato un piccolo estraneo in casa e già mi chiedi cosa ne sarà di noi? Ho imparato ieri a mettere un pannolino in meno di 37 minuti e tu già mi parli di separazione consensuale?Abbiate pazienza!
5) Non fate quella faccia da ****!
Nessuno vi ha prescritto di metter su famiglia a tutti i costi (suocere escluse). Nessuno (o quasi) vi giudica se di puzzopannolini non ne volete sapere nemmeno sotto tortura. Quindi plz sforzatevi per lo meno di non fare quella espressione che oscilla tra il poverino/a l’ultima volta che hai dormito 6 ore di fila Britney Spears era ancora vergine e il non avrà nemmeno le forze per un limone duro. Ce l’avete scritto in faccia eh!
6) Vi trovo bene!
Siamo seri. Abbiamo più occhiaie del panda del WWF, i nostri vestiti sanno di latte misto a rigurgito, l’unica attività fisica che abbiamo il tempo di fare è il sollevamento pupi e non vediamo un barbiere da mesi. Non mentite, perché ce ne accorgiamo!
7) Ma la mamma?
Siamo nella nostra casistica, ma non l’unica. Se vedete un affascinante ominide maschile con uno o più pupi al seguito, sottraetevi alla trappola dei rigidi schemi familiari. Insomma se siete in procinto di chiedere: “Ma la mamma dov’è?” simulate un crampo all’ano e tappatevi la boccuccia. Magari è un papà single e non ha voglia di darvi spiegazioni; magari è un papà separato e quello è il suo personalissimo momento di pupointimità che non vorrete di certo rovinare con la vostra ingorda curiosità; magari avete di fronte un esempio di famiglia papogenitoriale (uh guarda non hanno unicorni al seguito o sventolii di bandiere arcobaleno) che non ha la benché minima intenzione di intavolare una discussione politico-religioso-etica con voi. Magari fatevi i cazzi vostri.
Cercate di andare oltre la mera retorica genitoriale. Ogni famiglia è storia a sè. Ogni famiglia è composizione a sé.
Sapete quali sono le conversazioni più piacevoli che abbiamo intavolato da quando sono nati i pupi? Quelle in cui ci è stato chiesto: COME STATE? Preoccupatevi prima dei genitori e lasciate scegliere a noi che cosa dire e cosa condividere.
PPs