Si da il caso che quando diventi genitore, il concetto di tempo assume inediti significati che contraddicono quasi del tutto la tua vecchia concezione di ore, minuti e giornate.
Le nuove unità di misura saranno sempre più legate al pupo ed è così che:
- Passeggiata al parco = 2 pannolini di autonomia
- Riposino Pomeridiano = periodo che intercorre tra la 4° e 5° poppata del giorno.
Ma noi, de coccio come un truciolato amazzonico, continuiamo a elargire promesse e frasi no-sense che risultano essere meno attendibili dell’eterosessualità di Giletti.
1) Lo faccio domani.
Ma non dire cazzate. L’imprevedibilità della pupo-gestione implica un livello di incertezza assoluta sulla tabella di marcia. Non rimandare a domani, ciò che puoi fare subito per pura pigrizia, millantando risorse di tempo che non hai - disse colui che montò il fasciato pochi giorni prima del cesareo.
E’ come promettere il reddito di cittadinanza con un deficit di mille miliardi di euro.
E comunque il tuo domani, sarà sempre più affollato di uno strip club il 14 Febbraio.
2) Il tempo di prepararmi e arrivo.
Seeeeee. Come sei ottimista. Ci mette meno un reato a cadere in prescrizione, che tu a raggiungere gli amici al pub. Ricapitolando: fai mangiare il pupo che impiegherà 37 minuti (quando ti va bene) per ingurgitare 20 millilitri di latte, lo cambi rapidamente (o per lo meno ci provi) con l’incognita che si scagazzi qualche minuto dopo (un classico). Lo vesti, lo svesti e lo rivesti considerando che il body che ieri calzava a pennello, oggi lo rende un salsicciotto sotto vuoto. Prepari la borsa che è peggio di fare il cambio stagione e procedi con check e doppio check per poi trascinare tutto e tutti in macchina stile mulo da soma. Quando stai per partire, sei talmente provato che te la ragioni se andare o meno, ma ci pensa il tuo amico che ti informa che stanno andando via. Problema risolto. Nel frattempo il pupo ha di nuovo fame.
3) Com’è il tempo questo weekend?
Che te frega. Tanto se tuo figlio deciderà di farti saltare la due giorni di mare, non c’è Giuliacci che tenga. Piuttosto fai un analisi dettagliata delle feci per decifrare eventuali anomalie gastrointestinali. Se prima era il fondo della tazzina, ora il tuo futuro è dentro un aggeggio assorbi pupù. Che vita di merda eh!
4) A che ora ci vediamo?
Si passa da “intorno alle 17” a “sul tardi”, che poi diventa “iniziate senza di me” e finisce con “Ti faccio sapere” che tradotto in linguaggio genitoriale sta per non vengo più.
5) A tempo perso/Per ingannare il tempo.
Cioè pensi di aver il tempo per ingannare il tempo che nel frattempo ti sta prendendo per il culo per il fatto che tu creda che lo stai ingannando?
Aspè, riformulo —-> Vedi al punto 1
6) L’importante è che sia tempo di qualità.
Ma a chi la vogliamo raccontare? I pupi hanno bisogno di te, della tua presenza, del tuo contatto e del tuo odore. La favoletta del tempo di qualità non funge. A loro poco importa se la tua ninna ninna è intonata o se gli leggi la Divina Commedia. Loro pretendono che tu stia li, senza far nulla, e gli basterà per capire che possono fidarsi del prossimo.
7) Ci vediamo presto.
Intendi quando tuo figlio diventerà maggiorenne o quando ti deciderai ad assumere una baby sitter che non sia il tuo alter-ego?
8) Mi riposo 5 minuti.
Ahahhahahahh. Sto male. Non appena chiuderai gli occhi, entrerai in uno stato catalettico che manco il pendolino di Mosca e i giochetti di Jucas Casella riusciranno a interrompere. Discorso a parte al minimo brusio causato dal pupo. Scatterai in piedi stile Soldato Jane con il pediatra già in call: “Pronto mio figlio non sta bene”.
9) Non ci lasceremo mai.
La prima volta che ho sentito questa frase Brooke e Ridge stavano festeggiano il loro matrimonio a Big Bear. Avrei dovuto capirne l’antifona. Soap opera a parte, alzi la mano chi guardando gli occhioni del proprio nano, non ha solennemente promesso ad alta voce: “finché Adinolfi non ci separi”. Credici. In men che non si dica e alla prima occasione sarà lui a lasciarti per il Ridge o la Brooke di turno, sperando che almeno a lui/lei vada meglio.
E poi mentre sei li a sfogare le tue frustrazioni che di tempo non c’è ne mai abbastanza, al pupo cresce il primo dentino, ti porta a casa il primo Bravissimo e pretende di andare a scuola da solo. E tu, coerente come un macellaio vegano, pronuncerai la tipica frase del genitore nostalgico: 10) “Sembrava ieri che ti cambiavo il pannolino” e capirai che sul tempo non c’hai mai capito un fico secco!
1 commento
E’ un tempo diverso, un ritmo diverso, ma assaporalo più che puoi.
http://www.missdreamer.altervista.org/se-potessi-portare-indietro-il-tempo