La notizia di questi giorni, è che alcuni sindaci stanno trascrivendo il certificato di nascita di bambini nati all’estero da maternità surrogata, riconoscendone i due papà, senza l’ausilio di giudici, Corti Supreme, Ambasciatori, FBI e caschi blu.
E noi italiani, come ci riscopriamo esperti allenatori durante i Mondiali di Calcio e tutti direttori d’Orchestra durante Sanremo, quando si tratta di responsabilità e diritti alla genitorialità diventiamo talmente tanto etici che a confronto il Concilio Vaticano è una riunione di condominio per decidere quando spegnere i caloriferi.
Per dovere di cronaca informiamo la gentile utenza che siamo direttamente coinvolti nel dibattito, in quanto papà di due gemellini eterozigoti (per la parcondicio), che se fossero pure stati omozigoti, apriti cielo.
Lungi da me nel voler trattare il tema da un punto di vista morale. Mi preme solo riportare alcuni dati di fatto utili a confutare tesi di pura fantascienza, usate a fini strumentali per validare punti di vista più che opinabili.
Partiamo da un problema terminologico. Più continuiamo a chiamarlo utero in affitto e compravendita di bambini, più i fautori della famiglia tradizio-nazista continueranno a condividere la poracittudine dei post di Adinolfi.
È come se io, capo supremo dell’Ordine dei Medici, domani mi sveglio e decido di ribattezzare la rinoplastica, naso che fa provincia accorciasi. Ovvio che le famosi genti di cui sopra guarderebbero con sospetto anche tale pratica manco fosse il male moderno.
La Gestazione per Altri o GPA, così chiamata in ambito medico, sottintende un gesto altruistico. Do you know PER ALTRI?Qui dalle nostre parti di affittato c’è solo una casa baby-sostenibile. E di comprato una vagonata di pannolini e salviette che capirei se a incazzarsi fossero gli ambientalisti.
Sul dibattito trapela anche una certa ossessione per la modalità di concepimento. Famosi a capire. Qualcuno vi ha mai chiesto se il vostro pargolo è stato concepito sul posteriore di una Panda o durante un romanticissimo weekend a Big Bear?
Qualcuno ha mai messo in discussione il vostro diritto genitoriale anche se avete procreato per far felice vostra suocera, per salvare matrimoni o per ottenere il reddito di cittadinanza? Perché piuttosto non focalizzarsi su quello che accade dopo? Mi piacerebbe essere giudicato per il mio operato sul campo anziché tacciare il mio desiderio di genitorialità come moralmente inaccettabile o meno valido in quanto ottenuto in provetta.
Che poi, tutti attenti alla spontaneità, alla genuinità e alla naturalità e non siete in grado di mettere una foto sui social senza 17 filtri.
Poi c’è la anacronistica concezione che la maternità surrogata sia considerata un capriccio. Perché si sa che noi gay, prima di ordinare il pupo su Kijiji, richiediamo un contratto soddisfatti o rimborsati e/o di leasing nel caso in cui cambiassimo idea. Io sinceramente se proprio voglio soddisfare un capriccio mi faccio una Jaguar o me ne vado in Polinesia. Passare i primi mesi tra puzza pannolini, latte che sa di piedi e vita sociale ai livelli di Luciano Onder, non lo considero esattamente un gran capriccio. Genitorialità è anche e soprattutto dovere, responsabilità e dedizione, prima che diritto. Si, è sicuramente un atto di egoismo. E allora? Voi per cosa lo fate? Perché ve lo prescrive il medico o perché senza vi sentiti incompleti? Daje che siamo tutti sulla stessa barca.
Poi c’è tutto il filone di disinformazione legato allo sfruttamento del corpo e della necessità economica.
Si, è innegabile che esistono Paesi dove la maternità surrogata avviene illegalmente, senza garanzie, né tutele giuridiche.
Realtà che non si limitano alla GPA. Vedasi prostituzione e traffico di organi.
Poi però esistono realtà regolamentate, trasparenti e con più garanzie del culo di J. Lo
Realtà dove la prima garanzia che presuppone l’intero percorso è la libertà di scelta della donna. Scelta di fare ciò che si vuole del proprio corpo ma soprattutto scelta degli aspiranti genitori con cui intraprendere il percorso. Perché quello che sfugge ai molti, è che non siamo noi a scegliere la belly-mommy da un catalogo di Postalmarket. Sono queste straordinarie donne che decretano l’eventuale succesfull match.
Donne che hanno un reddito familiare ben al di sopra della soglia di povertà e che devono aver affrontato almeno un’altra gravidanza.
Donne consapevoli, che sanno che il pupo che custodiranno per 9 mesi non è biologicamente legato a loro.
Donne che fanno scelte impopolari, ma libere da quelle stesse consuetudini che per secoli le hanno rese il sesso debole.
Sono molto rispettoso dei punti di vista discordanti, perché è dalla diversità di opinioni che si genera il progresso. Opinioni basate però su concetti reali e rilevanti che in questi giorni ho fatto fatica a trovare.
Ciò che più mi preoccupa, oltre al pieno riconoscimento del mio diritto-dovere genitoriale, è che tutte le tesi contrarie alle famiglie omogenitoriali sottintendono il più vecchio dei pregiudizi della natura umana: la paura della diversità.
E la contrarietà della surrogacy cela l’annosa questione sulla totale accettazione dell’omosessualità in tutte le sue forme e configurazioni.
Serve quanto prima una chiara e definitiva legiferazione in merito, e quello che sta accadendo a Napoli, Roma, Torino, Gabicce e Catania è straordinario: “semplici” funzionari di governo stanno assecondando l’evolversi delle relazioni familiari, intessute sempre di un insostituibile ingrediente: l’amore per gli altri che non ha tempo di combattere il pregiudizio sterile.
P.S. questo articolo è stato promosso esclusivamente dalla necessità di informazione verso un tema non del tutto snocciolato oggettivamente. In alcun modo le parole di cui sopra hanno la benché minima intenzione di promuovere e/o sponsorizzare tale pratica.
1 commento
il mio problema è questo: se la gestante per altri dovesse per qualunque motivo cambiare idea e voler abortire o tenere il bambino secondo me avrebbe il diritto di farlo ma per molti sostenitori di questa pratica non è così: ormai hai firmato e devi fare quello che vogliono i richiedenti aspiranti genitori. Ecco per me il fatto che una donna perda la signoria sul suo utero dopo aver firmato un contratto è una cosa sbagliata. E poi perchè ribadire che non ci sono legami biologici tra il feto e la gestante per altri? Se abbiamo detto che i legami biologici non contano per essere genitori, se si può essere buoni genitori anche senza legame biologico col bambino (ed è vero vedi le adozioni) com’è che la biologia torna ad essere così importante quando si parla di gpa? Ad ogni modo chi si oppone alla gpa ci si opone anche quando a utilizzarla sono coppie eterosessuali quindi non c’è omofobia